Valeria Fulco + Multiverso Milano
Gli ultimi 6 mesi sono stati veramente intensi per quanto riguarda l’ambito professionale: ho rinnovato completamente il mio sito web, rendendolo molto più moderno e gradevole; ho creato un profilo su ogniuno dei principali social network che, seppur con tanta fatica, aggiorno con periodicità e qualche giorno fa ho lanciato la mia prima campagna pubblicitaria (e altre ne seguiranno a breve). E adesso? Un altro passo, forse il più importante! Mi sono recentemente trasferita negli accoglienti spazi di Multiverso, co-working in via Mecenate 76/25, zona est di Milano. Che ne pensate di venirmi a trovare e visitare il mio nuovo ufficio? Vi aspetto!
Voucher Babysitter: nessuna proroga per il 2019
Se siete diventate mamme da poche settimane o mesi, non vi farà piacere sapere che, con l’arrivo del nuovo anno, l’INPS ha comunicato che il voucher babysitter non verrà prorogato. Le neo-mamme che vogliono o devono tornare al lavoro dopo la maternità obbligatoria, lo dovranno fare totalmente a loro spese, senza ricevere più alcun aiuto. Potrà beneficiare del contributo solo chi ha già presentato domanda.
Il voucher babysitter concedeva alla lavoratrice dipendente, autonoma o imprenditrice, un contributo mensile pari a massimo 600 euro fino a sei mesi per poter fruire di servizi per l’infanzia quali, ad esempio, baby sitter o asili nido. Purtroppo, l’ultima legge di Bilancio, non contiene il rinnovo di tale intervento introdotto dalla legge Fornero.
Nuova Campagna Pubblicitaria sui Social Media
Legge di Bilancio 2019: come funziona il “Saldo e stralcio” delle cartelle
Nella Legge di Bilancio 2019 è stato introdotto il “Saldo e stralcio” delle cartelle, una misura attraverso la quale è possibile sanare la propria posizione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Più nel dettaglio, potranno aderire al “Saldo e stralcio” le persone fisiche che si trovano in una grave e comprovata situazione di difficoltà economica il cui valore ISEE (Indicatore della situazione economica), riferito al proprio nucleo familiare, non superi i 20 mila euro e, alla data di adesione, risulta già presentata la procedura di liquidazione.
Il provvedimento prevede una il pagamento di una percentuale ridotta delle somme dovute, tra il 16% e il 35%, a titolo di capitale e interessi di ritardata iscrizione, a seconda dello scaglione di ISEE al quale si appartiene.
Oltre alla riduzione dell’importo dovuto, chi aderisce al “Saldo e stralcio” beneficerà anche dell’azzeramento di sanzioni e interessi di mora.
Per maggiori info contattatemi.
Detrazioni fiscali per recupero edilizio: online il nuovo portale dell’ENEA
Per usufruire delle detrazioni fiscali per gli interventi di recupero edilizio che determinano un risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia è disponibile una nuova tipologia di adempimento.
Da alcune settimane, infatti, è online il portale dell’ENEA per la trasmissione della documentazione necessaria per usufruire dell’ecobonus.
Precisiamo che la finalità principale del nuovo portale è quella di “effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi” ma, ricordo, che la comunicazione all’ENEA deve essere inviata soltanto per gli interventi di recupero che sono anche volti al risparmio energetico e non per tutti gli interventi di recupero in generale.
Per comodità, ricordo alcuni degli interventi dai quali deriva un risparmio energetico e per i quali è necessaria la comunicazione all’ENEA:
– Serramenti comprensivi di infissi;
– Installazione o sostituzione di impianti tecnologici come generatori di calore con caldaie a condensazione per riscaldamento ambienti;
– Elettrodomestici quali forni, frigoriferi, lavastoviglie, etc…ma solo se collegati a un più ampio intervento di ristruttirazione dell’immobile.
La comunicazione all’ENEA deve essere trasmessa dal contribuente o da un intermediario quale, ad esempio, un Dottore Commercialista.
Per maggiori info contattatemi compilando il form.
Legge di Bilancio 2019: cedolare secca per gli immobili commerciali
Case: il groviglio delle 200mila aliquote
Dal 2014 i proprietari di seconde case, negozi, capannoni e così via sono costretti a pagare due tasse, IMU e TASI, sullo stesso immobile. Un groviglio di 2 tasse e oltre 200 mila aliquote differenti che non aiuta nemmeno chi ha due garage o due cantine, perché solo una pertinenza per categoria ha diritto all’esenzione riservata all’abitazione principale.
La soluzione alla quale punta il Governo? La semplificazione potrebbe passare per la cosiddetta “nuova IMU”, vale a dire una tassa unica che punta a snellire tutte le complessità che gravano sugli immobili.
Il rischio, sempre dietro l’angolo, è che la semplificazione vada a braccetto con un aumento generalizzato della pressione fiscale.
I dubbi sono ancora tanti e la strada lunga….sicuramente torneremo a parlarne.
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Fattura elettronica e la privacy che non c’è
Abbiamo più volte parlato della fattura elettronica (ad esempio cercando di rispondere ai dubbi più frequenti o su quale fosse il modo migliore per conservarla), oramai quasi pronta a debuttare nei rapporti tra fornitori o tra questi e i consumatori a partire dal primo gennaio.
Purtroppo, a poche settimane dalla sua adesione di massa, il l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha messo in luce varie falle che non permetterebbero al sistema di fatturazione elettronica di rispettare il recente sistema normativo sulla protezione dei dati personali introdotto dal GDPR, il regolamento europeo entrato in vigore il 25 maggio scorso.
In effetti, l’analisi evidenzia falle inquietanti su vari temi: l’archiviazione massiva delle fatture da parte dell’Agenzia delle Entrate anche per fini di controllo; la scelta, sempre da parte dell’Agenzia delle Entrate, di mettere a disposizione sul proprio portale tutte le fatture in formato digitale senza preventivo consenso; l’assenza di cifratura e molte altre.
Insomma, a poche settimane dall’introduzione della fattura elettronica, i dubbi e le criticità sono ancora tante. Restiamo in attesa di capire quali saranno le decisioni dell’ultimo minuto per porre rimedio ai tanti punti ancora aperti.
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Conti correnti esteri: quando inserirli in dichiarazione dei redditi.
N26, Revolut, Monzo, Monese e ancora TransferWise, Curve e tante tante altre… in questi anni le cosiddette challanger bank, start-up nate con l’obiettivo di risolvere pochi e ben precisi bisogni (trasferimenti internazionali di denaro e acquisti tramite carte di pagamento con basse commissioni di conversione, IBAN multipli, etc…), stanno riscuotendo sempre maggiore successo, grazie ai costi estremamente bassi e la facilità con la quale è possibile accedervi (basta uno smartphone e la relativa app). Insomma, le barriere alla loro attivazione sono veramente minime.
Ma questi rapporti, devono inseriti in dichiarazione dei redditi? E se sì, va fatto sempre e comunque o ci sono casi specifici?
Sostanzialmente, i rapporti di conto corrente e i depositi detenuti all’estero con valore massimo (picco annuo) non superiore a euro 15.000 sono esclusi dagli obblighi di monitoraggio nel quadro RW del modello Redditi; tuttavia resta l’obbligo di pagamento dell’IVAFE (l’Imposta sul Valore delle Attività detenute all’Estero) se la giacenza media nel corso dell’anno supera l’importo di euro 5.000.
Ricordo che l’IVAFE è dovuta in misura fissa pari a euro 34,20, in rapporto ai giorni di possesso di tali attività finanziarie all’estero.
Volete maggiori informazioni sugli obblighi di monitoraggio e il pagamento dell’IVAFE? Contattatemi attraverso la pagina dedicata.